Venerdì 23 agosto: splendido giro in Val Veny (AO). Tramite facile ferrata, saliamo verso il rifugio Monzino, che si trova sulla seconda di due balconate glaciali. Alla prima (all’altezza della lingua del ghiacciaio del Freney) tagliamo a destra cercando un passaggio appena sotto il ghiacciaio stesso – a debita distanza in quanto molto seraccato e in costante scarico – e con un po’ di su e giù per ripidi pendii e vari tentativi alla fine troviamo faticosamente passaggio tra torrenti, morene, sfasciumi e arriviamo a ridosso della parete nei pressi di un imponente camino che indica il passaggio più intuitivo; la saliamo, raggiungiamo la fessura del Col Chasseur che dà su un altro anfiteatro glaciale, il Fauteuil des Allemands. Saliamo prima su una delle guglie (di gran lunga la più facile, va detto), il Mont Rouge de Peuterey, quindi disarrampichiamo fino al nuovo anfiteatro (dove si trova il Bivacco Borelli, splendido e purtroppo a rischio abbandono, trovandosi incastonato in una parete che scarica sempre più spesso macigni). Cerchiamo una via tra sfasciumi molto instabili e ci sdraiamo a mangiare qualcosa su una placca. Riprendiamo e troviamo alla fine la via con un sentierino che conduce alla splendida parete da disarrampicare (ferrata molto bella e a tratti esposta) fino a valle. Dove ci attende ancora un’oretta tra discesa per sfasciumi e quindi fondovalle fino all’auto.

Lo scorso anno, salendo al Bivacco e ispezionando lo splendido Fauteuil des Allemands – che dà accesso alla spaventosa Aguille Noire -, avevamo intuito il passaggio e quest’anno lo abbiamo tentato e percorso (al contrario). Non abbiamo incontrato quasi nessuno (come lo scorso anno) nonostante ci si trovi al cospetto del Bianco. Ennesima riprova che si possono trovare soddisfazioni e stupore anche sotto i 3000, anche su percorsi meno pubblicizzati.

È sconfortante notare come da un anno all’altro la quantità di ghiaccio e neve sia enormemente diminuita e di fatto non se ne trova più traccia se non leggeri accenni a ridosso delle pareti.

Cercando di raccogliere informazioni tramite vari gruppi, ci è stato risposto che si tratta di giro da due giorni. Ragionando e ottimizzando, siamo riusciti in giornata. La cautela di chi fornisce informazioni non sapendo il destinatario è segno di grande serietà e competenza. Sempre con la coscienza delle proprie capacità, conoscenze e forze, si può tuttavia provare e non restare vincolati al preconfezionato.

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