21 agosto, salita al Mont Rouge de Vertosan (Monte Rosso). Metaforicamente, la vetta del Monte Rosso è impervia, difficile indovinare il percorso, si sbaglia strada molte volte, si torna indietro e si riparte. Fuori di metafora, una considerazione su come la montagna viene intesa negli ultimi anni: per i verdi prati di Vetan i sentieri sono quasi tutti abbandonati e quindi scomparsi. Ne resta uno solo che conduce a un rifugio ristorante molto frequentato. La questione della montagna (quella estiva; per ciò che riguarda quella invernale è annosa) “aggredita” e voracizzata da moda, consumismo, capitalismo è serissima. Collateralmente c’è quella che vede alcuni sentieri estremamente affollati, generalmente quelli che conducono a rifugi o alle mete più note, mentre altri quasi vuoti o lasciati al proprio destino. C’è poi la realtà dei percorsi fuori sentiero, per traccioli, a intuito. Anche cime di tutto rispetto che però non conducono a ristorantini o, semplicemente, non fanno parte del preconfezionato. Andare in montagna, sempre con la cautela e la coscienza delle proprie conoscenze e capacità, vuole anche dire provare, andare a vedere. #campagnadiferragosto #labanalitàdelmare #benvenutiirifugiatibenvenutigliimmigratibenvenuti

Aggiornamento 11/08/2020 Il sentiero è nuovamente tracciato e ben segnalato. Al momento della salita, durante la settimana precedente Ferragosto, gran traffico lungo il percorso che conduce al rifugio, ma nessuno dal punto in cui ci si stacca per puntare al Mont Rouge. Alternativa è puntare diritti attraverso i prati sopra Vetan fino a raggiungere la carrozzabile (e quindi svoltare a destra) per evitare ressa e imbuti.